Numerosi reperti archeologici confermano che Castellarano, rilevante Comune della bassa valle del Secchia, fu abitato fin dal neolitico; lo testimoniano resti di palafitte, utensili e di una terramare dell’età della pietra. Fu sicuramente colonia, prima, dei Liguri poi degli Etruschi, dei Galli Boi, sicuramente dei Romani e, alla decadenza di questi ultimi, dei Longobardi la cui presenza è, senza ombra di dubbio, testimoniata dal ritrovamento di tombe e corredi funebri. Ai Franchi, che si avvicendarono ai Longobardi, succedettero i Canossa, prima con Bonifacio, poi con la figlia Matilde. Del periodo matildico esistono poche tracce; si sa per certo che la Contessa possedeva in Castellarano una Rocca, che tenne un placito presso la Pieve di S. Maria e che affidò il governo del feudo al Miles Raniero. Nel 1187 Castellarano giurò fedeltà al Comune di Reggio, il quale era particolarmente interessato al controllo del Canale che derivava le acque dal Secchia, indispensabili per alimentare le fogne e le industrie tessili e molitorie della città. Dopo le sanguinose lotte che contrapposero Guelfi e Ghibellini, Castellarano passò nel 1319 ai Da Roteglia per un secolo fino al 1419, anno in cui fu occupata dagli Estensi, i quali insediarono il primo feudatario Iacopo Giglioli. Nel 1453 il Duca Borso d’Este infeudò il Conte Lorenzo Strozzi (vedi stemma in pietra sulla “Porta” della Torre della Rosa).
Nel 1501 Ercole d’Este diede in feudo Castellarano, con San Martino in Rio e Campogalliano al fratello Sigismondo del ramo cadetto degli ESTE-SAN MARTINO la cui famiglia governò fino al periodo napoleonico. L’ultimo feudatario di questo ramo cadetto fu Carlo Filiberto II (1732-1752) che trasformò la Rocca in palazzo signorile con giardini e fontane che ricevevano acque dall’acquedotto “Romano” costruito appositamente. Castellarano tornò agli Estensi dopo il Congresso di Vienna rimanendovi fino all’Unità d’Italia.