Matteo Maria Boiardo

Nato nel 1440 a Scandiano (Reggio Emilia) nel feudo di famiglia, si trasferisce ancora bambino a Ferrara, insieme alla madre e lì viene allevato nel culto delle lettere classiche, della poesia e delle arti.

Una serie di lutti a catena: il padre (quando Matteo aveva 10 anni), il nonno (quando ne aveva 16) e lo zio paterno (quando ne aveva 20), lo costringono ad occuparsi personalmente della gestione del feudo. Nell’affrontare aspre controversie coi parenti, che volevano impadronirsi dei suoi beni, rischia persino di morire avvelenato da parte di una zia. Soltanto a seguito dell’intimazione del duca Ercole I d’Este le liti si concluderanno con la spartizione definitiva dei beni.

Cresciuto all’ombra della corte estense, Boiardo è tenuto in gran conto dai duchi che gli conferiscono vari incarichi di rappresentanza. Nel 1476 si trasferisce stabilmente a Ferrara, quale familiare stipendiato di Ercole d’Este.

Egli comunque si sente più incline agli studi letterari e a comporre poemi ispirati dai sentimenti d’amore, dai piaceri dell’avventura e da quelli della vita di corte. Il suo poema più celebre è infatti l’Orlando Innamorato, che il poeta comincia a comporre intorno al 1475, terminando le prime due parti nel 1482 (la terza, che gli prenderà oltre dieci anni di tempo, resterà incompiuta al nono canto della terza parte, a causa della discesa in Italia di Carlo VIII, i cui soldati occuperanno anche le terre del letterato). Il poema, prima di essere dato alle stampe, fu recitato dallo stesso autore alle dame e ai cavalieri di corte, perché a loro era destinato.

Una grande passione amorosa giovanile per la gentildonna Antonia Caprara gli ispirò i versi del Canzoniere (1469-76), il cui titolo latino è Amorum libri tres: tre infatti sono i libri in cui è composto: 1. gioia ed esultanza di amore ricambiato; 2. gelosia e smarrita tristezza per l’amore tradito; 3. R rimpianto e religiosa contrizione. Composto di 50 sonetti e 10 componimenti di metro diverso, il poema rivela uno dei maggiori lirici d’amore del Quattrocento. Suo modello è il Petrarca, ma, a differenza di questi, il Boiardo esprime una carica vitale e gioiosa decisamente originale. Di argomento politico oltre che amoroso le terzine della Pastorale.

L’Orlando Innamorato, poema cavalleresco in ottave, è considerato, a torto, la prosecuzione in tono minore dei grandi cicli cavallereschi bretone e carolingio. In realtà di diverso c’è lo spirito con cui è stato composto. Il poema infatti nasce da un festoso amore per la costruzione di favole sentimentali e d’avventura, in cui i protagonisti, le dame e i cavalieri compiono le loro imprese di guerra e di passione. Gli intrecci ordinari e straordinari, naturali e soprannaturali si allacciano e si sciolgono per l’incanto di fonti magiche, di anelli fatati, di mostri e personaggi misteriosi, mentre un costante tono di arguta e maliziosa festevolezza avvolge gradevolmente il poema. Le donne non hanno altra consistenza che il meraviglioso incanto della loro bellezza, in perpetuo movimento da un’avventura fiabesca a un’altra. Qui, in sostanza, si è in presenza del gusto del racconto fine a se stesso, che non si attiene a precise regole architettoniche e che rifiuta la consequenzialità della logica compositiva.

Sul piano stilistico ed espressivo Boiardo, in questo poema, non è raffinato come l’Ariosto, ma semplicemente perché gli interessa esprimere l’energico, il primitivo e non l’eleganza armoniosa. La sua lingua infatti vuole essere schietta, rude, ibrida (accosta a un fondo padano elementi idiomatici di varia provenienza). La sua originalità in fondo sta proprio in questa scelta formale, che il poeta riteneva consona a esprimere delle vicende spontanee, al di fuori degli schemi scolastici.

Aprendosi con una giostra bandita a Parigi da Carlo Magno, con grande magnificenza, il poema resta interrotto in pieno dramma cavalleresco con Angelica affidata in custodia da Carlo al duca Namo e promessa a chi combatterà più valorosamente i saraceni, che minacciano la capitale.

Nel 1480, a un anno di distanza dal matrimonio con una nobildonna di Novellara, Boiardo viene nominato governatore di Modena; sette anni dopo passa al governo di Reggio, e qui muore nel 1494.

A Scandiano è nato, da alcuni anni, un Centro Studi intitolato all’illustre poeta. Per approfondimenti Centro Studi M.M. Boiardo

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