La Torre dell’orologio venne innalzata nel medioevo per vigilare sul passaggio di uomini e merci nel greto del Secchia, che allora lambiva la rocca di Castellarano. Ai suoi piedi transitavano i pellegrini diretti a Roma, impegnati in un viaggio dalle mille incognite, ma dalle forti connotazioni esistenziali ed i mercanti provenienti dalla Toscana e diretti in genere a Ferrara.. Era in particolare possibile controllare un’attività che a noi sembra strana: la navigazione. In effetti il Secchia era spesso navigabile da parte di imbarcazioni, simili a chiatte, che venivano sfruttate per il trasporto di merci, tanto che, all’inizio del 1300, il Comune di Modena deliberò che il legname, inviato in città dalla montagna,venisse trasportato su imbarcazioni da Sassuolo a valle, a salvaguardia dei ponti, messi a rischio dal transito di merci pesanti.
Ben documentata era anche l’esistenza di un sistema di traghetti che collegava Castellarano a San Michele, allora facente parte della giurisdizione di Castellarano.Questa attività doveva essere di non secondaria importanza, se esiste nel Centro storico una Via Barcaroli, probabile sede di famiglie dedite a questa attività. La Torre ha sempre avuto, nel tempo una funzione pubblica: cessata quella di “guardia del fiume”, le sue tre stanze divennero, alla fine del 1700, le carceri del luogo e, nel 1900, umile dimora di persone indigenti.
L’elemento che caratterizza la Torre è l’OROLOGIO, con i quattro quadranti visibili da ogni lato; è dotato di un antico meccanismo , che risale al XVIII secolo, regolato da un sistema a pesi ancor
oggi funzionante; sulla sommità della Torre una campanella segnala lo scoccare delle ore.