La Pieve di San Valentino è una delle chiese plebane più antiche del territorio ed aveva sottoposte alla sua giurisdizione altre chiese filiali. Risale al 960 come “Plebem de Santo Elochado”, infatti Sant’Eleucadio era l’antico titolare a cui fu aggiunto San Valentino nel 1626.
La chiesa ha tre navate, divise da antiche colonne con capitelli romanico-matildici, tre absidi e cinque altari. Nell’abside dell’altare maggiore, si può ammirare la preziosa pala di Benvenuto Tisi, detto “il Garofalo”, dipinta nel 1517 su commissione della famiglia Sacrati, feudataria di San Valentino. La pala, entro una splendida cornice lignea, raffigura la Madonna seduta in trono col Bambino, affiancati dai Santi Stefano ed Eleucadio. Sulla sommità della pala, è inserito un dipinto più piccolo che raffigura Cristo deposto dalla Croce. L’opera è stata restaurata nel 1991, pertanto mostra i colori originali che ne esaltano la bellezza.
La facciata, decorata da guglie, ha due rosoni, un’ampia finestra ed un portale a tutto sesto decorato da una cornice in cotto a motivi floreali. La cuspide del campanile, colpita da un fulmine, è stata ricostruita nel 1947 con una pesante piramide in cemento, non rispettando l’originale che terminava con una guglia. Inizieranno a breve i lavori di restauro per riportare tutta la Pieve all’antico splendore.